Due anni di ricerche, che hanno visto coinvolti studenti, scienziati e professori universitari. Due anni in cui i liceali del Kennedy di Roma hanno avuto la possibilita’ di studiare, analizzare e fare ricerche sul campo. Si chiama ‘Strategie di studio e recupero degli ecosistemi lacuali’, ed e’ l’ambizioso progetto portato avanti dal liceo romano.
L’esperienza ha avuto inizio nel 2016, quando la scuola si aggiudica un finanziamento erogato dal Miur per progetti che avessero come finalita’ la formazione degli studenti. Parte cosi’ un lungo percorso che ha coinvolto gruppi di classi quarte e quinte in una ricerca in cui statistica, chimica e geologia sono state utilizzate per studiare l’ecosistema lacustre di Bracciano.
“Abbiamo condotto una ricerca bibliografica sui dati di Acea, che gestisce le acque di Bracciano- spiega la professoressa di chimica Tamara Nale, responsabile dell’iniziativa- poi abbiamo proseguito con esperienze sul campo in cui abbiamo campionato le acque del lago”.
Grazie alla collaborazione del CNR e della facolta’ di ingegneria chimica dell’universita’ La Sapienza, i ragazzi hanno utilizzato strumentazioni professionali come la sonda multiparametrica, che gli hanno permesso di raccogliere i dati utili alla ricerca. L’analisi e l’incrocio dei dati sono avvenuti invece nei laboratori dell’Ispra di Montelibretti, l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale.
“Sono venuti fuori risultati interessanti- prosegue la docente di chimica- c’e’ una concentrazione di alcuni ioni, ma questo e’ un dato prevedibile perche’ il lago e’ vulcanico; mentre altri elementi ci fanno supporre che potrebbero esserci sversamenti irregolari nel lago”.
La ricerca ha visto i ragazzi impegnati in prima linea – a fianco di esperti nel settore in analisi chimiche – in percorsi geologici nell’entroterra di Bracciano e campionature a bordo della ‘Sabazia’. Tutto cio’ confluira’ in una pubblicazione che verra’ diffusa su una rivista scientifica tra un paio di mesi, ma sono previste anche una conferenza ufficiale in cui sara’ presentato il progetto e un’esposizione nel museo multimediale di Trento.
“I ragazzi si sono divertiti molto – aggiunge la professoressa – ma hanno anche lavorato tanto, e hanno avuto la possibilita’ di apprendere sul campo nozioni prima solo teoriche. Fondamentale e’ stato anche il contributo dei professionisti che li hanno seguiti in questo percorso, che li ha aiutati a capire concetti complessi e a cimentasi con esperimenti pratici”.
[Da DIREGIOVANI.it]